Breve storia delle Crociate by Jonathan Riley-Smith

Breve storia delle Crociate by Jonathan Riley-Smith

autore:Jonathan Riley-Smith [Riley-Smith, Jonathan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia antica e medievale
ISBN: 88-04-43236-5
editore: Mondadori
pubblicato: 1994-11-14T23:00:00+00:00


«Come potrà la Chiesa greca, così afflitta e perseguitata, ritornare all’unione ecclesiastica e a una devozione per la Sede Apostolica, quando nei latini non vede che un esempio di perdizione e l’opera delle tenebre, sicché a ragione già li odia peggio che se fossero cani?» (Innocenzo III, «Opera Omnia», in PL, vol. CCXV, col. 701)

Le crociate baltiche

Innocenzo predicò altre due crociate - una delle quali di modesta portata -, mentre fervevano i preparativi per la Quarta Crociata. La prima fu l’impresa livone nella regione baltica, un impegno che aveva ereditato dal suo predecessore. All’origine c’era un’azione missionaria fra i livoni sul fiume Dvina, patrocinata dall’arcivescovo Hartwig di Brema, il quale vedeva nella creazione di un arcivescovado a Üxküll l’occasione per ampliare la sua zona di influenza. La missione fece scarsi progressi, nonostante godesse del sostegno personale del papa Celestino III. Nel 1193 e nel 1197 Celestino venne persuaso a concedere indulgenze a coloro che partivano crociati per mettersi al servizio della nuova Chiesa livone, ma nel 1198 vi fu un arresto dell’impresa e il vescovo venne ucciso. All’ufficio di vescovo, l’arcivescovo nominò il proprio nipote, Alberto di Buxtehude. Quest’uomo capace, energico e piuttosto brutale, che avrebbe dominato il movimento crociato per trent’anni nella regione del Baltico, arrivando a crearsi - strappandolo alle comunità pagane intorno a Riga - un suo stato direttamente dipendente da Roma, reclutò altri crociati e chiese l’autorizzazione del papa.

Il 5 ottobre del 1199 Innocenzo III chiamò alle armi i cristiani della Germania settentrionale per la difesa della Chiesa livone, giustificando l’uso della forza quale mezzo per difendere i cristiani convertiti, perseguitati dalle vicine popolazioni pagane. Ai crociati, però, non fu concessa l’indulgenza plenaria, e soltanto quelli che progettavano un pellegrinaggio a Roma furono autorizzati a commutare i voti per la partecipazione a questa campagna. Nel 1204 Innocenzo, con una lettera più importante della precedente, autorizzava Alberto a reclutare i preti che avevano fatto voto di andare a Gerusalemme, perché lavorassero invece nella sua missione, e autorizzava i laici, che non potevano andare a Gerusalemme a causa della loro «povertà o debolezza fisica», a commutare il voto e a combattere i barbari in Livonia, ricevendo l’indulgenza plenaria; permetteva, inoltre, ai rappresentanti di Alberto di aprire le chiese una volta all’anno in tutta la provincia di Brema, persino dove vigeva un interdetto. L’effetto di questa lettera fu di dare il via a una «crociata perpetua», che da quel momento in poi sarebbe diventata una caratteristica delle guerre nordiche, benché dovessero passare altri quarant’anni prima che si sviluppasse pienamente. Alberto trasferì la capitale della sede vescovile da Üxküll a Riga, che si poteva raggiungere con vascelli da trasporto (cocche) salpando da Lubecca, promosse il culto di Nostra Signora di Riga e, presumibilmente per giustificare i pellegrinaggi a Riga, si adoperò per diffondere l’idea che la Livonia fosse terra dovaria di Nostra Signora. Ogni anno fino al 1224, ritornò in Germania per reclutarvi i crociati delle campagne estive. Ai crociati furono affiancati i confratelli di un piccolo ordine militare, i Fratelli della Spada od Ordine dei Cavalieri Portaspada, fondato nel 1202.



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